LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE (CBT)
La Terapia cognitivo-comportamentale costituisce un insieme di trattamenti psicoterapeutici molto diffusi in tutto il mondo. È internazionalmente nota come Cognitive Behavioral Therapy, da cui l’acronimo CBT, cui si fa spesso riferimento anche sulle pagine di questo sito.
La Terapia cognitivo-comportamentale non è una terapia “nuova”, come talvolta qualche paziente sembra ritenere, ma ha una lunga tradizione, iniziata a partire dagli anni ’50 con la Terapia del Comportamento (Behavior Therapy) e proseguita con successive modificazioni ed innovazioni che l’hanno resa sempre più apprezzata ed utilizzata ovunque. Essa è molto nota e diffusa soprattutto nei paesi anglofoni, essendo nata e sviluppata principalmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito. È senza dubbio meno “famosa”, per il grande pubblico, di altre terapie – soprattutto della psicoanalisi di Freud – e per questo molte persone ne ignorano l’esistenza, ma a livello internazionale, in molti contesti accademici, clinici e di ricerca, si ha la chiara impressione che la CBT sia “la” terapia psicologica per eccellenza. Questo è dovuto principalmente al fatto che la CBT, a differenza di altri approcci psicologici, ha posto enorme rilievo sin dalle sue origini (ovvero sin dalla psicologia comportamentista) alla ricerca delle prove scientifiche dei suoi fondamenti teorici e della sua metodologia clinica. La CBT, in sostanza, rappresenta innegabilmente la punta di eccellenza della psicologia clinica fondata sulla ricerca, la cosiddetta psicologia evidence-based.
Naturalmente, ciò non significa necessariamente che gli altri modi di fare psicoterapia siano impropri o inefficaci, ma piuttosto che la CBT ha innegabilmente fornito la documentazione scientifica più chiara e coerente della sua capacità di trattare disturbi e problemi in modo trasparente, strutturato e visibile.
Questo modo di agire diretto sui problemi ha fatto della CBT il gold standard degli interventi psicologici rivolti a molti disturbi. La Terapia cognitivo-comportamentale, a differenza di altre terapie, ritiene che non vi sia alcuna prova scientifica che per risolvere i problemi psicologici delle persone si debba scavare nella loro storia passata per fare emergere conflitti e traumi, ma ritiene piuttosto che ci si debba concentrare principalmente sulle cause certe e prossime del disagio emotivo – quelle che vengono definite cause funzionali – ed intervenire aiutando la persona ad affrontare qui ed ora i problemi, in modo estremamente consapevole, diretto e fattuale. Le cause profonde non possono essere che mere ipotesi, che rischiano di posticipare gli interventi efficaci, rischiando di allargare i problemi – i disturbi d’ansia, le ossessioni-compulsioni, ecc., in particolare, si allargano a dismisura per generalizzazione, quando non vengono contrastati immediatamente – mentre ciò che una persona pensa (ad es. quando prova forte ansia “potrei svenire”) o ciò che una persona fa (ad es. evita di andare in determinati luoghi per paura di avere ansia), sono variabili certe che costituiscono la prima origine funzionale del problema su cui lavora lo psicologo CBT.
Ogni intervento cognitivo-comportamentale è una specie di esperimento scientifico, anche se (ovviamente), calato in una situazione clinica, in cui sono molto rilevanti anche gli aspetti relativi alla relazione con il paziente ed alla creazione di una alleanza terapeutica. Una prima fase, chiamata assessment (valutazione), è dedicata alla conoscenza del problema. È la fase diagnostica, ma tuttavia mirata a conoscere il disturbo o il problema, come si diceva, più per come è fatto, anziché per stabilire che nome ha (la diagnosi). È una conoscenza che vuole giungere rapidamente all’azione, al dare al paziente aiuto e risorse per uscire dal problema. È quindi una diagnostica molto operativa. La seconda fase è invece quella di trattamento: dopo aver concordato con il paziente un piano di trattamento, di norma elaborato tenendo conto dalle linee guida internazionali riguardanti quel dato problema, stabilendone anche circa la durata (il più delle volte alcuni mesi, con sedute settimanali), si passa all’azione, cioè alla messa in atto di quei metodi o quelle tecniche che aiutano la persona – a seconda dei casi – a meglio gestire, combattere o risolvere il problema.
La CBT è un intervento psicologico caratterizzato da una forte componente educativa, focalizzata sulla modificazione del modo di pensare e di dare significato agli eventi della vita (la modificazione dei cosiddetti aspetti cognitivi) – che sono spesso la prima origine della sofferenza emotiva – e sulla modificazione del comportamento, dello stile di vita, delle abitudini, del modo di affrontare le criticità della vita. Secondo la CBT, inoltre, molte persone si trovano in difficoltà perché o non sono riuscite a sviluppare le giuste abilità per affrontare e gestire difficoltà e problemi, oppure si trovano ad essere impegnate in compiti e azioni che si sono rivelati essere eccessivamente gravosi dal punto di vista psicofisico, tanto da divenire dei veri e propri fattori di stress. La CBT, in sostanza, anziché proporsi di curare una patologia, insegna ad affrontare un problema, senza girarci troppo intorno, rischiando di lasciarlo irrisolto per anni e anni.
Se vogliamo trovare una situazione emblematica, che possa illustrare in parole povere cosa sia la CBT, potrei dire quanto segue: se voi aveste paura dell’acqua o di nuotare, cosa vi sarebbe di aiuto? Certamente vi aiuterebbe avere accanto a voi una persona che vi capisce e che cerchi di comprendere innanzitutto cosa vi fa paura dell’andare in acqua (annegare, non respirare, bere, non toccare, non sentirsi sicuri, ecc.), ed inoltre che vi chieda se c’è stata qualche esperienza vostra diretta o di qualcuno che vi ha impressionato. Ecco, questo professionista cercherà di conoscere quanto è possibile sulla vostra paura e cercherà di rassicurarvi e di farvi riflettere sul fatto che nuotare è molto più naturale di quanto non sembri – molti animali lo fanno spontaneamente – e che, facendo le cose giuste, l’acqua “aiuta” a stare a galla. Detto questo, però, prima o poi bisogna decidersi ad entrare fisicamente in acqua, al mare o in piscina, con questo bravo istruttore. Questo vi insegnerà a muovervi in modo corretto, a come prendere aria, vi insegnerà a galleggiare (sorreggendovi e piano piano lasciandovi andare da soli), vi farà prendere confidenza con ciò che vi fa paura. Io non conosco un modo diverso, più saggio o migliore di imparare a nuotare. Questa è la CBT: conoscere ciò che serve per affrontare e risolvere problemi. Le tecniche ed i metodi che impiega possono essere diversi, ma il concetto di fondo è sempre questo.
L’American Psychological Association, la più grande e prestigiosa associazione di psicologi del mondo, ha raccolto, in una specifica sezione, i trattamenti che sono oggi considerati di comprovata efficacia (evidence-based). I trattamenti CBT sono in assoluto quelli più spesso citati come efficaci nel trattamento di una molteplicità di disturbi, talvolta nelle loro singole componenti, oppure come trattamenti più integrati. La dimostrata efficacia della CBT riguarda in particolare tutti i disturbi d’ansia (disturbo di panico, agorafobia, ansia sociale, ansia generalizzata, fobie specifiche), la depressione, le ossessioni-compulsioni, il disturbo post-traumatico da stress, il disturbo borderline di personalità, il disturbo di attenzione/iperattività (ADHD), la bulimia nervosa, l’insonnia, il dolore cronico, la sindrome del colon irritabile, dipendenze da varie sostanze, tanto per citare alcune delle categorie diagnostiche più citate. Inoltre, non dimentichiamo che, come è noto, pressoché tutte le procedure di riabilitazione e di apprendimento di abilità nella disabilità intellettiva, nei disturbi specifici dell’apprendimento, nei disturbi dello spettro autistico, ecc. sono in larga misura basate sulla fedele applicazioni dei principi dell’Applied Behavior Analysis (ABA), ovvero le procedure di modificazione del comportamento, le radici teoriche, metodologiche ed applicative su cui si fonda, anche oggi, la più moderna CBT.
Emilio Franceschina
Psicologo e Psicoterapeuta CBT
Professore a contratto di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Padova
Docente e Supervisore AIAMC